Allarme delle associazioni di categoria: possibile aumento anche della tassa di soggiorno fino al +30%. Ecco cosa cambia e chi è coinvolto.
Le posizioni delle associazioni
Per Marco Celani, presidente Aigab (Associazione italiana gestori affitti brevi), l’aliquota unica al 26% “avrà un impatto drammatico”:
“È una stangata vera e propria sulle famiglie italiane. Colpisce tutte le 500mila case proposte online, cioè quei nuclei che mettono a reddito un immobile per integrare il proprio tenore di vita”.
Sulla stessa linea Claudio Cuomo, presidente Aigo Confesercenti:
“Non possiamo continuare a essere il bancomat del Paese. L’aumento al 26% della cedolare secca, unito all’ipotesi di maggiorazione del 30% della tassa di soggiorno, sarebbe un colpo durissimo per la competitività del sistema e per una domanda interna già debole”.
Le associazioni chiedono al Governo di chiarire la strategia complessiva per il settore turistico, evitando interventi che, sommati, rischiano di indebolire l’offerta extralberghiera e la spesa dei visitatori.
Che cosa rientra nelle “locazioni brevi”
La disciplina fiscale riguarda i contratti di locazione a uso abitativo:
- Durata: non superiore a 30 giorni;
- Soggetti: persone fisiche che operano fuori dall’esercizio d’impresa;
- Ambito: immobili situati in Italia.
Come si esercita l’opzione
- Il locatore può scegliere la cedolare secca in dichiarazione dei redditi (relativa all’anno di maturazione dei canoni o riscossione dei corrispettivi).
- L’opzione può essere effettuata contratto per contratto.
- Eccezione: se si affittano porzioni della stessa unità in periodi in tutto o in parte coincidenti, la scelta fatta per il primo contratto vincola i successivi.
- Se il contratto viene volontariamente registrato, la scelta si effettua in sede di registrazione.
Possibili impatti economici
- Famiglie e piccoli proprietari: per chi integra il reddito con l’affitto breve di una seconda casa o di una stanza, un’aliquota al 26% potrebbe ridurre il netto in tasca e spingere qualcuno a riconsiderare l’offerta.
- Mercato dell’ospitalità: il combinato disposto tra nuova aliquota e eventuale +30% della tassa di soggiorno può aumentare il costo finale per il turista, con rischi di perdita di competitività rispetto ad altri Paesi o città europee.
- Domanda interna: in un contesto di consumi fragili, ulteriori aggravi potrebbero frenare viaggi domestici e city break.
- Città d’arte e località stagionali: gli effetti potrebbero essere più visibili dove l’offerta di affitti brevi è ampia e i flussi stagionali incidono sui bilanci locali.
Cosa possono fare i proprietari nell’immediato
- Simulare il carico fiscale con l’aliquota al 26% per valutare la redditività netta rispetto ad alternative (locazione tradizionale, affitto medio-lungo termine, uso personale).
- Verificare i regolamenti locali su tassa di soggiorno e adempimenti (comunicazioni, codici identificativi, limiti).
- Ottimizzare i costi: gestione calendar, pulizie, check-in e manutenzioni; eventuali economie di scala tramite reti di host o property manager.
- Diversificare: valutare canali di vendita alternativi, sconti per soggiorni più lunghi (28–90 giorni) e pacchetti workation per ridurre la vacanza breve ad alta rotazione.
Domande frequenti (FAQ)
L’aliquota al 26% si applica a tutti gli affitti?
No. Parliamo di locazioni brevi (≤30 giorni) effettuate da persone fisiche fuori dall’attività d’impresa.
Posso scegliere anno per anno?
L’opzione per la cedolare secca si esercita in dichiarazione per i canoni maturati/incassati nell’anno. Vale per singolo contratto, salvo il vincolo sulle porzioni della stessa unità con periodi coincidenti.
Che cosa cambia con la tassa di soggiorno?
È circolata l’ipotesi di una maggiorazione fino al 30%: sarebbero i Comuni a stabilire misura e applicazione. Un incremento aumenterebbe il prezzo finale per l’ospite.